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Musei

Canoa- Rafting

Un'attività perfetta per gli amanti della natura, alla ricerca di emozioni forti e di paesaggi spettacolari.
Foto di Ass. Canoa Club Valtellina

Nuclei rurali di Ponte in Valtellina

Contrada Berola - Contrada Fontaniva

Nuclei rurali di Cedrasco

Bugli

Nucleo rurale di Fusine

Caprini

Chiesa di San Pietro

Di origine molto antica, riferibile alla fine del X sec. sorge a S. Pietro di Berbenno ai margini della strada statale 38.

Nuclei rurali di Berbenno

Maroggia - Motta Bassa (Monastero)

Nuclei rurali di Caiolo

Cà di Rosa - Cà Rosse
Parrocchia S. Vittore di Caiolo

Casa in via Roi

L'edificio, attualmente disabitato, si trova lungo la via principale del paese di Caiolo, in prossimità dell'edificio comunale ed è visibile dalla strada. La costruzione appare intonacata e di impronta seicentesca sulla facciata rivolta verso la strada, mentre sul retro si osserva una costruzione con maggiore sviluppo verticale, rabboccata a calce e di epoca antecedente. Il portale principale dell'edificio è il segno caratteristico che contraddistingue il palazzo. Si tratta infatti di un bel portale in pietra con architrave poligonale datato 1678. Altri due ingressi si scoprono sul retro, ma non presentano peculiarità; le finestre, invece, semplici monofore architravate, risaltano per la cornice pittorica con intento decorativo. Dall'ingresso principale si accede ad un portico con pavimento in lastre di pietra e soffitto con volte a crociera sorretto da una bella colonna in pietra. Un tempo in questo luogo era situato un torchio come quello ancora visibile presso la famiglia Lombardi, mentre oggi è rimasta solo la botola sul pavimento in cui veniva raccolto il mosto. Una scala in pietra conduce ai piani superiori, dove si trovano ampie camere, alcune con camino, sempre con soffitto a volta e pavimento in pietra, mentre l'ultimo piano, ben visibile nella costruzione a torre sul retro, fungeva da solaio. L'edificio, abitato fino ai primi decenni del Novecento, ha origini seicentesche, sebbene abbia subito numerose modifiche.

Casa Piccioli

L'edificio dalle belle proporzioni è situato all'inizio del paese, nel centro storico di Berbenno. È caratterizzato dalla presenza di una corte aperta cintata da alte mura in pietra a vista merlate, con portale d'ingresso ad arco in pietra. Anticamente era un convento di frati ed è caratterizzato da saloni a volta affrescati e da un locale rivestito in legno. Di impianto ancora medievale, ha subito modifiche nel corso dei secoli, soprattutto nella parte alta (XVI secolo). L'edificio si distingue prevalentemente per la presenza di decorazioni sulla facciata, realizzate con al tecnica dell'affresco e del graffito, che definiscono le cornici delle finestre, con motivi geometrici e floreali, di stampo cinquecentesco. Vi sono inoltre degli oculi in corrispondenza del sottotetto, anch'essi caratterizzati da decorazioni a graffito. Con la stessa tecnica sono stati realizzati i conci ad angolo e le fasce marcapiano. Anticamente le decorazioni rivestivano completamente la facciata, ma ora sono solo parzialmente leggibili per il dilavamento dovuto agli agenti atmosferici. Le strutture orizzontali interne e le scale sono state interamente rifatte, alterando la tipologia originaria e il sistema distributivo dei locali interni. Fortunatamente le strutture verticali esterne sono rimaste inalterate, rendendo possibile la lettura della struttura. In corrispondenza del prospetto est sono state realizzate nuove aperture, mentre sul lato sud è tuttora in corso un ampliamento che ha alterato la proporzione e la visione di insieme dell'edificio. L'edificio necessita di un intervento di recupero e restauro conservativo delle pareti esterne dipinte. Gli interni sono ormai compromessi.

Casa Parravicini

L'edificio è posto al limitare della farzione Crotti, nella parte alta del territorio di Berbenno, lungo il torrente Finale. Era il palazzo di abitazione della famiglia Parravicini, antica famiglia nobiliare valtellinese, come dimostra lo stemma affrescato sulla parete che si affaccia sulla corte interna. In corrispondenza del grande camino nel salone principale, al primo piano vi è un altro stemma in pietra lavorata. La tipologia che caratterizza il palazzo è a L e si differenzia per la presenza di una piccola torretta-colombaia posta sul lato sud dell'edificio. La finitura esterna delle murature lungo il prospetto sud ed ovest sono in intonaco civile strollato e alterano l'aspetto originario dell'edificio. L'interno è stato di recente restaurato, con il rifacimento totale del tetto e delle solette e dei pavimenti. Gli attuali proprietari hanno saputo riqualificare e rivalutare l'edificio, mantenendo le volte ad ombrello e a crociera presenti nelle sale interne. Anticamente vi era una cappelletta privata utilizzata dalla famiglia, ora non più mantenuta ed utilizzata come locale tecnico. Le cantine, la tinaia, i locali per la conservazione degli alimenti e i locali di servizio, si trovano al piano terreno con accesso dalla sottostante strada. I locali di abitazione si trovano ai piani superiori. A questi si accede tramite una doppia scala che corre lungo le facciate della corte interna. L'edificio è stato recentemente restaurato e si trova in buono stato di conservazione.

Casa Ranzetti

Il palazzo, fatto edificare nel XVI secolo dalla famiglia Ranzetti, è uno dei pochi edifici nobiliari presenti nella frazione di Polaggia, insediamento prevalentemente rurale. Si trova in prossimità della chiesa di S. Abbondio e presenta una tipologia tipica delle dimore signorili rinascimentali, dall'impianto ad U, seppur semplificato nelle linee e nelle finiture. Presenta un bel portale d'ingresso attraverso cui è possibile accedere ad una scalinata rivestita in pietra con soffitti votati a crociera; al primo piano e al secondo si trovano due loggiati con colonnine in pietra, che si aprono sulla corte d'ingresso al palazzo. Due ali laterali delimitano il cortile, dove si trovano le abitazioni, oggi utilizzate stagionalmente. I due corpi laterali non sono tra loro paralleli ma sono svasati, permettendo un maggior soleggiamento dei locali interni. Al piano terreno vi erano cantine e spazi adibiti alla conservazione ed alla lavorazione del vino e dei prodotti tradizionali. Ai due piani superiori erano i locali per la residenza. Al primo piano dell'ala est era ubicato un grande salone. L'impianto strutturale dell'edificio è stato mantenuto, mentre i diversi interventi di manutenzione hanno modificato le strutture orizzontali (pavimenti e soffitti) e gli infissi. La copertura del tetto si presenta in buono stato di conservazione, in corrispondenza del loggiato e della porzione ovest, mentre nella parte corrispondente al corpo est la copertura si trova in stato di degrado e necessita di interventi di manutenzione e isolamento. Le strutture murarie esterne si presentano in buono stato di conservazione, ma si sono verificati alcuni distacchi di intonaco. In corrispondenza del prospetto ovest è possibile il collegamento con giardino pensile attraverso cui anticamente si accedeva alle retrostanti vigne.