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Ciclopedonali

I migliori percorsi ciclopedonali di Sondrio e dintorni.

Le grotte dello Scerscen

Sotto le maestose ed impervie montagne del Gruppo del Bernina si apre una valle selvaggia ed affascinante, delimitata dai ghiacciai dello Scerscen, dalla vedretta di Caspoggio, dal Sasso Nero e dal Monte delle Forbici.La Valle dello Scerscen è la via più diretta per entrare nel cuore del Gruppo del Bernina. Nella sua selvaggi bellezza offre agli escursionisti che la percorrono paesaggi mozzafiato e la vista delle montagne più alte dell'Italia centro-orientale, unitamente ad un'incredibile varietà di flora. Nel cuore della valle vi è un luogo denso di significati e di ricordi: il cimitero degli Alpini, dove una semplice lapide ricorda quei giovanissimi militari che morirono travolti da una devastante valanga mentre attraversavano il ghiacciaio diretti al Rifugio Marinelli.Sulla sponda orografica sinistra del vallone vi è un lungo e candido banco di dolomia che presenta alcune profonde cavità naturali: le grotte dello Scerscen. Scoperte di recente, si sviluppano all'interno di affascinanti complessi carsici e negli ambienti scientifici sono considerate di grande interesse geologico e mineralogico perchè hanno, quasi certamente , un origine idrotermale.Per questa loro intrigante origine sono ancora oggetto di studio ed è in corso, a cura dell'Università di Milano, un'esplorazione tesa a verificare, attraverso una verifica dettagliata delle morfologie e delle mineralizzazioni, ulteriori evidenze dell'ipotesi idrotermale che, unitamente alla quota rilevante, assegnano alle grotte dello Scerscen un primato continentale.Le grotte scoperte e rilevate fino ad oggi sono tre: la grotta del Veronica, scoperta da Gianni Bardea di Lanzada, detto il "Veronica", si sviluppa nel ramo principale per circa 150 metri; la "Tana dei Marsool", scoperta dai fratelli Mario e Carlo Salvetti, anch'essi di Lanzada, si sviluppa per ca 80 metri; la "Grotta Morgana", scoperta da un gruppo di speleologi guidati da Mauro Inglese e Paola Tognini, si sviluppa per ca 350 metri.L'unica grotta facilmente accessibile è la Grotta del Veronica. Le altre due sono accessibili solo con l'ausilio di adeguata attrezzatura speleo-alpinistica e richiedono, per la pericolosità del loro sviluppo in discesa, la perizia e le capacità di speleologi esperti.

Centro documentazione aree protette

Il Centro è stato istituito dal Comune di Sondrio in collaborazione con la Regione Lombardia,con lo scopo primario di raccogliere, elaborare, valorizzare e diffondere informazioni e materiale, sia di carattere scientifico che divulgativo, relativi agli spazi naturali protetti, su scala mondiale.

Parco Adda Mallero Renato Bartesaghi

Il Parco Adda Mallero Renato Bartesaghi  è situato alla confluenza del torrente Mallero con il fiume Adda, è stato realizzato riqualificando una vasta area di circa 20 ettari, ceduta da privati al Comune di Sondrio, nell'ambito del progetto urbanistico denominato "Parco dell'innovazione".  Il Parco è dotato di percorsi ciclopedonali, un punto di ristoro attrezzato, aree organizzate per lo svago, il passeggio o la corsa, la sosta ed il gioco dei bambini ed è collegato con il centro Città tramite un nuovo percorso protetto in sponda destra del torrente Mallero. E' funzionante, fatta eccezione per i mesi invernali, anche un bar posto al centro del parco.Il nuovo Parco cittadino è intitolato alla memoria di Renato Bartesaghi, che da amministratore delegato del Credito Valtellinese, avviò e promosse il progetto del "Parco dell'innovazione".

Museo parrocchiale ed etnografico di Ponte in Valtellina

In piazza Luini sorge il complesso Casa parrocchiale - Teatro comunale, già appartenuto alla Scuola Maggiore dei Laici operante in paese dal XV al XVIII secolo. Qui è allestito il Museo Parrocchiale, che raccoglie preziosissime suppellettili delle chiese di Ponte. Una delle sale del museo fu un tempo l'Oratorio dei Disciplini e conserva pregevoli affreschi di Fermo Stella.Nei pressi della chiesa di Sant'Ignazio, costruita alla fine del XVI secolo dai Gesuiti, ha sede il Museo Etnografico della civiltà contadina, affacciato sul cortiletto delle Prigioni; raccoglie suppellettili domestiche ed attrezzi che testimoniano il passato "rurale" del paese, le sue vicende socio-economiche, la sua cultura, le sue tradizioni. 

Mele

La coltivazione delle mele in Valtellina risale a tempi remoti, ma è dagli anni '50 che ha assunto le dimensioni che oggi conosciamo, arricchendo di colori e profumi il fondovalle valtellinese da Sondrio al Tiranese.

Casa Lavizzari

L'edificio è posto in prossimità della chiesa dei Ss. Giacomo e Filippo, nel nucleo antico denominato 'La Chiesa'. La facciata, rivolta a sud, delimita una piazzetta provvista di notevole fontana litica sovrastata da una Crocifissione e santi ad affresco. L'importanza storica dell'edificio è evidenziata dalla sua collocazione e dall'aspetto architettonico. La fronte principale, a tre piani più sottotetto, è interamente intonacata a calce e tinteggiato in color giallo. Le finestre, provviste di persiane, sono disposte asimmetricamente. Il piano terra presenta un grande passaggio voltato che costituiva l'accesso occidentale al nucleo antico, collegandolo alla contrada Sasso mediante un sentiero in parte acciotolato ed in parte selciato. La fronte rivolta a nord, rifinita con intonaco di calce lasciato a rustico, evidenzia i volumi posticci dei vani destinati a servizi igienici del piano terra e del primo piano. I fronti ovest e sud sono contigui ad altri edifici. Solo la parte del fronte est soprastante il sottopassaggio è libera e presenta una scala in pietra di collegamento al piano secondo, con struttura ad arco, sotto cui è posto un portale centinato a due battenti in legno che immette al piano terra in due locali coperti da volte a botte in pietra, con pavimentazione in terra battuta, probabilmente utilizzati come cantine. Allo stesso livello, da un semplice portale a due battenti in legno di larice, collocato sotto il passaggio voltato, si accede al vano scale, lastricato e coperto da volta intonacata. L'intradosso dell'arco presenta una malconcia decorazione pittorica. Anche gli altri due vani del piano terra, destinati fino a tempi recenti a funzioni commerciali, presentano volte a botte in pietra. Dalle scale in serpentino bocciardato a mano, si accede ai piani primo e secondo. Al primo si trovano due camere, pavimentate con listoni di legno. Al secondo si trovano altre due stanze ed un grande vano coperto da una volta a padiglione intonacata, da cui sono emersi, con i recenti saggi stratigrafici, motivi decorativi ad affresco. Esso è accessibile anche autonomamente mediante la scala esterna posta sul fronte est. Mediante una scala in legno si raggiunge il piano sottotetto in cui si trovano una camera ed un vano con funzione di ripostiglio, lasciato al rustico, dove è visibile l'orditura lignea del tetto, con manto in lastre di pietra locale. Le murature in pietrame e malta evidenziano localizzati distacchi di intonaco e tracce di umidità di risalita.

Casa Parrocchiale di Primolo

La casa parrocchiale di Primolo sorge ad ovest del Santuario della Madonna delle Grazie (1670-post 1750), ai margini del nucleo antico. L'edificio si differenzia per le dimensioni volumetriche e l'imponenza della fronte d'ingresso che definisce a nord la piazza principale dell'insediamento, corrispondente al sagrato della chiesa. La facciata a quattro piani è caratterizzata da un grande abbaino con frontone ondulato, comprendente una rappresentazione a graffito della Madonna delle Grazie, in una nicchia centinata affiancata da due finestre laterali. La composizione si collega alla fascia decorativa a graffito di coronamento che percorre le fronti sud, est ed ovest, rappresentante motivi floreali ornamentali. L'aggetto del balcone in pietra del primo piano protegge l'accesso al portale posto al centro della facciata al piano terra. Esso è in pietra, centinato, recante in chiave la data 1756, che corrisponde all'anno di edificazione del fabbricato. È a due battenti in legno, con sopraluce protetto da inferriata. Al piano seminterrato si trovano vani voltati destinati a ripostiglio e ai lati del portale, due vani con accesso autonomo, di cui uno adibito ad attività commerciale. Il corridoio centrale lastricato, coperto da una successione di volte a crociera, di distribuzione ai vani e d'accesso alle scale in pietra, si ripete identico, ma con soffitto piano, ai piani primo e secondo, disimpegnado i locali d'abitazione. Le strutture orizzontali sono costituite da volte piane e presentano pavimenti in legno nelle camere e piastrellati in ceramica nei bagni e nelle cucine. Dal corridoio con pavimento in listoni di larice del piano terzo, si accede al sottotetto percorrendo una scala in legno che mantiene lo stesso orientamento di quella dei livelli inferiori. Questo, destinato a ripostiglio, ha solaio in legno ed orditura lignea del tetto a vista. La differenza di materiali evidenzia la storia edilizia dell'edificio, conclusa dalla costruzione del sopralzo su progetto di Erminio Dioli nel 1938. Al piano primo sono conservati numerosi quadri, tra cui una Madonna col Bambino di Vittoria Ligari.

Nuclei rurali di Postalesio

Cà Moroni

Parco delle orobie valtellinesi- A scuola di montagna

Passeggiata naturalistica alla scoperta del Parco delle Orobie Valtellinesi

La scuola...in forma- A scuola di montagna

Viaggio presso aziende agricole della provincia di Sondrio alla scoperta del ciclo del latte e della lavorazione dei suoi derivati

Arte e cultura della città di Sondrio- A scuola di montagna

Una gita che si propone di studiare il patrimonio artistico e culturale della città di Sondrio.