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L'anima verde di Sondrio

Sondrio

Alla scoperta di Sondrio

Sondrio

La Decauville delle Orobie

Alpi Orobie

Mulino cà Mazza e cà Zoia

Il Mulino di Ca' Zoia e Ca' Mazza, interessante esempio di mulino mosso con l'arcaico sistema della ruota idraulica orizzontale.

Mulino Oberti

Il Mulino Oberti Carmelino spicca, con i suoi due piani d'altezza, sulla piazza, e sembra osservare il paese con il suo elegante oculo rotondo. Costruito nell'ottocento con pietra locale, fu poi rimaneggiato nel corso dei decenni, dismesso negli anni '60 del secolo scorso e recentemente restaurato dal Comune. Sul lato ovest è stata recuperata la roggia, derivata dal vicino torrente Cervio, e la ruota idraulica. All'interno sono custoditi i meccanismi un tempo azionati dall'acqua e, in particolare, una grossa coppia di macine in pietra, coperte dalla cassa di legno, e la soprastante tramoggia. L'argano, girevole, consentiva di movimentare agevolmente le mole per le periodiche operazioni di martellatura.  Nei dintorni: la storia di Cedrasco è profondamente legata all'acqua. Lungo l'antica roggia comunale, vera e propria dorsale del paese, numerose tracce raccontano delle passate attività artigianali. Scopri di più sulla "via dei Pòrtech".   

Mulin de la Rusina

"La Rusina mulinera", Rosina Melè, era l'ultima mugnaia della contrada Vendolo: da lei prende il nome l'unico mulino ancora funzionante di Castione Andevenno. La macchina idraulica è appoggiata ad una grossa roccia e si affaccia verso est sulla roggia, derivata dal torrente Bocco. L'acqua, che in passato azionava i meccanismi di diversi opifici posti in successione lungo il canale, può essere convogliata sulla ruota del mulino per mezzo di paratie mobili. All'interno dell'edificio sono custodite due pesanti coppie di macine in pietra, sostenute da robuste travi di legno, le relative tramogge sospese, i setacci rotanti e i cassoni della farina e una bella pila a doppio mortaio. Ben visibili, anche gli ingranaggi che trasmettono il moto rotatorio della ruota idraulica esterna alle macine mobili: l'albero, la ruota interna (il lubecchio) e la lanterna, che rende il movimento orizzontale.  Nei dintorni: se osservi con attenzione la grossa roccia alla quale si appoggia il mulino, scoprirai numerose coppelle. Per conoscere un'altra importante testimonianza d'arte rupestre nel territorio, visita il vicino sito protostorico in località La Ganda.         

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Edificata sul dosso ad oriente dei resti del Castello Grumello, è ampia e molto alta, con linee architettoniche molto sobrie. Esternamente è priva di intonaco, salvo nella parte absidiale. La facciata termina in alto con un timpano triangolare, è tripartita verticalmente da paraste, la ingentilisce un protiro retto esternamente da esili colonne di granito. L'interno,  a una sola navata, ampio e armonioso, comprende tre campate separate da lesene, terminanti con eleganti capitelli in stucco. Sulla volta vi sono tre medaglioni con cornici in stucco ove sono rappresentati episodi della viat del Santo. Sulla parete della prima campata sono appese due grandi tele molto sciupate, di scarso pregio. La cappella di sinistra è la più ricca della chiesa, tutta adorna di stucchi di buona fattura, i quali sulla volta e sulle pareti laterali incorniciano degli affreschi. L'altra cappella, semplicemente imbiancata e adorna di una cornice in stucco lungo l'arco di accesso, come la precedente, ha una bella balaustra in pietra del secolo XVIII e sull'altare una tela raffigurante S. Lucia, S. Agata e S. Apollonia. L'altare maggiore è sormontato da una tela del 1600 raffigurante S. Antonio preso dalle tentazioni.  Fonte: Chiese censite dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio

Chiesa di San Lorenzo

La chiesa titolare di San Lorenzo presenta una faciata con la parte centrale arcuata e sopraelevata dalla copertura, struttura muraria intonacata e ingresso con decori a rilievo. Sulla facciata risalta una finestra trilobata. Il campanile con copertura a cipollone si erge sulla parete orientata a nord. L'interno della chiesa ha copertura a botte, e la pianta è a croce latina con due cappelle laterali. La cappella di destra, decorata con stucchi seicenteschi, è dedicata alla Madonna del Rosario e mostra affreschi sulla vita della Madonna e una pala dedicata alla stessa del pittore Caresana. All'ingresso, in una rientranza del muro, è collocata la Vasca Battesimale con copertura lignea proveniente dalla chiesa di San Matteo in Valmadre. Sempre all'ingresso, sui due lati, si trovano due confessionali lignei. Prima del presbiterio vi sono due medaglioni affrescati che raffigurano San Lorenzo e Sant'Andrea, balaustre in marmo policromo dividono l'aula del presbiterio. Lungo l'abside corrono gli stalli del coro riccamente intagliati e lavorati, e sulla parete è collocata una tela raffigurante la gloria del Santo Patrono. La cappella feriale, con volta a botte, ospita una tela del Rosario proveniente dalal chiesa di San Matteo in Valmadre, una tela detta "della Pentecoste" e un crocifisso ligneo seicentesco di notevoli dimensioni.  Fonte: Chiese censite dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio

Chiesa della Madonna della Pace

La chiesa della Madonna della Pace sorge all’Alpe Prabello, in posizione isolata e dominante, sulla sommità di un rilievo roccioso, situato al centro dell’area prativa pianeggiante. Ha il fronte orientato a nord – est, rivolto al nucleo edificato. Il sagrato, delimitato dai fianchi rocciosi del promontorio, non è morfologicamente definito.La facciata è a capanna, delimitata dall’aggetto della struttura di copertura del timpano con gronde piane, ed è coronata in colmo da un baldacchino ligneo. Il portale è ad arco a sesto acuto strombato, con cancellata in ferro a due battenti, aggiunta a due battenti in larice, sormontati da un soprapporta su cui è scritto: Maria Regina della Pace – 1919. Gli sguinci esterni sono in pietra con giunti stilati, come tutte le murature, e l’arco è evidenziato per la disposizione più regolare delle pietre, sistemate in senso strutturale, e la stilatura in rilievo. Allo stesso modo è incorniciata la falsa finestra circolare posta in prossimità del timpano. I fronti laterali sono caratterizzati dai volumi dei corpi della sagrestia e di un vano accessorio, con i tetti a due falde disposti trasversalmente a quello della navata.L’interno è a pianta rettangolare con abside poligonale. Il presbiterio e la navata sono delimitati da un arco a sesto acuto che interrompe il soffitto, in listoni di abete pitturato, inclinato come le falde del tetto a capanna. Sulla parete destra della navata sono riportate due rappresentazioni pittoriche policrome rappresentanti rispettivamente Il Pastore e S. Antonio Abate. Con la stessa tecnica è rappresentato sulla parete sinistra Il miracolo della sorgente. Nel presbiterio si trova un’ancona in legno di cembro comprendente una nicchia con la statua della Madonna col Bambino, ed un tabernacolo intagliato da Erminio Dioli, come l’altare. Sulla parete destra si trova un quadro rappresentante una Madonna, opera del 1919 di Achille Jemoli.La chiesa fu costruita nel 1919. Nel 1929 – 31 furono aggiunti i corpi laterali e l’abside. Fu rinnovata nel 1992 – ’95 con il rifacimento del tetto e dell’intonaco esterno, e la formazione del pavimento in lastre di dorato e del portale in serizzo della Valmasino. Fonte: Censimento dei beni culturali della Comunità Montana Valtellina di Sondrio

Chiesa di San Rocco

La piccola chiesa di San Rocco, ai più sconosciuta, si trova lungo la strada che dalla frazione di Sazzo in comune di Ponte in Valtellina porta al maggengo di San Giuseppe. Interamente rifatta alla fine degli anni '80 è stata così recuperata al culto dopo che anni di completa incuria l'avevano trasformata in un cumulo di rovine informi. Grazie alla disponibilità di numerose persone, è stata sistemata rispettandone le antiche fattezze e e recuperando ove possibile le parti rimaste utilizzabili. A riprova di questo fa ancora bella mostra di sé l'antico portalino in pietra decorato a motivi geometrici. 

Chiesa di San Bernardo

La chiesa di San Bernardo è di epoca rinascimentale. Fu della Parrocchia fino al 1629, come riporta una lapide sul lato sinistro dell'ingresso: "In questo luogo furono sepolti gli abitanti di Faedo sino all'erezione della parrocchia - secolo XVII". La facciata è bassa a capanna, restaurata nel 1976, e arricchita da un bel portale millesimato in pietra verde con spalle e architrave decorati. L'interno è a una sola navata e un unico altare nell'abside.  Da anni c'era il sospetto, sostenuto dalla tradizione popolare, che la tinteggiatura che ricopriva le pareti della chiesa di San Bernardo di Faedo, lasciando in vista solo un affresco datato 1538 e raffigurante S. Rocco, potesse celare altri affreschi. L'indagine stratigrafica effettuata nel mese di luglio 2008 ha confermato la presenza di affreschi sulle pareti laterali e sull'abside. Nel corso dell'estate 2010 ha preso l'avvio un primo intervento di restauro, che ha consentito di riportare alla luce sulla parete nord la stupenda Ultima cena, risalente ai primi anni del XV secolo. I lavori di restauro, effettuati dalla restauratrice Anna Triberti, sono proseguiti nell'estate del 2011 e del 2012 e si sono concentrati sul lato destro dell'arco trionfale e su parte dell'abside, consentendo nuove scoperte: una Vergine con Bambino in trono e i santi Bernardo da Chiaravalle e Antonio Abate, attribuibili a Vincenzo De Barberis. Fonte: Chiese censite dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio e Fondo Ambiente Italiano.

Chiesa di San Giacomo Maggiore

Costruita in contrada de Giacomi, l’attuale maggengo San Giacomo, la chiesa presenta la sua mole armoniosa in pietrame vivo sopra un terrazzamento in posizione elevata. La costruzione ebbe inizio nel 1648: la prima pietra, benedetta dall’allora parroco di Albosaggia Giovan Pietro Sertoli, fu posta il 25 luglio, giorno in cui si festeggia il Santo. Successivamente subì diversi restauri nel periodo 1716-1718, data quest’ultima che appare anche sul portale in pietra, nel 1872 e infine nel 1962. Fonte: Parrocchia di Albosaggia