Montagne Active & Green Arte e Cultura Lo sapevi?!? Curiosità e aneddoti sul territorio di Sondrio e Valmalenco condividi A quota 2160 m, in Val Ventina (Valmalenco) vive un larice millenario. Nato nell’anno 1007, è l’albero con età certa più vecchio d’Italia. Questo incredibile esemplare è facilmente raggiungibile grazie a un sentiero che conduce anche da molti altri cembri e larici secolari. Ma non è il solo “grande vecchio”: il monumentale gelso bianco di Ponte in Valtellina era definito albero centenario già nel Seicento. La particolare forma è dovuta alle numerose potature fatte per la raccolta delle foglie di cui un tempo si nutrivano i bachi da seta. Il “centun” è un maestoso castagno che, già dal Quattrocento, dona refrigerio agli avventori della località Piasci (Berbenno). Il castagno è fortemente inclinato e si dice che le sue radici riuscissero a succhiare il vino dalle botti delle vicine cantine di Maroggia. La Chiesa di San Salvatore (Valle del Livrio) è una delle più antiche di Valtellina. Nel suo ossario sono conservati vari teschi più grandi della media, tra cui due capaci di influenzare il meteo: in passato, i contadini li portavano vicino al torrente, uno per far piovere, l’altro per avere il sole. / Le dimensioni di un grosso gatto, la pelle viscida e squamosa, il muso di drago: stiamo parlando del Giuét, la malvagia creatura con poteri magici che infestava i boschi di Polaggia prima della consacrazione della Chiesetta di San Giorgio, che costrinse tutti i giuèt alla fuga. / La Val di Togno è stata per secoli il luogo in cui le streghe si ritrovavano per celebrare i sabba e incontrare il Diavolo. Qui, inoltre, sono confinate le anime dei ricchi e golosi sondriesi, condannati in eterno a cibarsi degli scarni cespugli di erba amara. Nato nel 1746 a Ponte in Valtellina, Giuseppe Piazzi è l’astronomo scopritore di Cerere, il più grande asteroide della fascia principale del sistema solare a lungo considerato l’ottavo pianeta. Proprio a Ponte in Valtellina, un gruppo di appassionati ha fondato L’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi, a un’altitudine di 1238 m s.l.m.. Dotato di strumentazioni all’avanguardia, l’osservatorio svolge attività di studio degli oggetti minori dell’universo e organizza visite guidate e manifestazioni. Quello di Ponte non è l’unico osservatorio del mandamento: in Valmalenco si trova una piccola perla, l’Osservatorio Astronomico Valmalenco. Un piccolo osservatorio che si dedica, tra l’altro, alla sorveglianza di asteroidi pericolosi e alla divulgazione del mondo astronomico. Noi ne abbiamo ben più di una…e non ci limitiamo alle corse! A Chiuro, in occasione del Grappolo d’oro, celebrazione dei vini locali, si tiene la Corsa delle botti: una gara tra squadre composte da 2 concorrenti che devono far rotolare, nel minor tempo possibile, una botte in legno da 225 litri lungo un percorso di 400 metri. Non solo corsa dicevamo: la Sondrio Street Climbing vede sfidarsi atleti pronti a scalare in stile bouldering non le pareti di roccia, ma i palazzi istituzionali della città e le vetrine del centro. E in inverno la Piega Malenca è un appuntamento da non perdere per gli amanti del telemark. Ogni anno gli appassionati della sciata a tallone libero si ritrovano sulle nevi di Chiesa in Valmalenco, agghindati in abiti tradizionali e muniti di attrezzature antiche, per rendere omaggio a una tecnica nata 150 anni fa. Oggetti luminosi che sfrecciano in cielo per poi scomparire tra le vette, velivoli triangolari o dalla forma circolare che si soffermano per qualche istante sopra gli osservatori, lasciando giusto il tempo ai più veloci di afferrare il cellulare e fare qualche scatto, per poi scomparire o addirittura mutare forma. Salvo rari casi, le fotografie, analizzate da esperti, risultano assolutamente originali e non modificate. Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli avvistamenti di UFO in Valmalenco, tanto da renderla una delle mete predilette degli ufologi e la sede di numerosi convegni. Cortivo è una frazione di Castello dell’Acqua che, vantando un’invidiabile posizione soliva, nel Quattrocento si offrì di ospitare la chiesa parrocchiale. Fu però deciso di utilizzare la Chiesa di San Michele a Castello centro. Per tutta risposta gli abitanti di Cortivo costruirono la propria chiesa, dedicata a San Giuseppe, e ne decorarono la facciata con un grottesco mascherone in stucco, con squame al posto delle orecchie e la bocca aperta per mostrare la lingua. È il ritratto dell’invidia, quella provata dagli abitanti di Castello centro nei confronti della soleggiata Cortivo.
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