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Collegiata dei santi Gervasio e Protasio
L'aspetto odierno della collegiata dei SS. Gervasio e Protasio di Sondrio non permette di leggere la complessa stratificazione di costruzioni e rifacimenti cui andò soggetta a partire dal 1100, anno della sua prima citazione. La stessa piazza "Il Campello", dove sorge la chiesa, si presentava in modo assai diverso dall'attuale: su di un unico centro convergevano, ancora ai primi del Novecento, la collegiata e altri annessi edifici sacri, demoliti nel secolo scorso. La facciata, volta a ponente, e l'interno a una sola navata sono solenni. La volta è a botte suddivisa in tre campate.
Conserva alcuni dipinti di Pietro Ligari, capostipite della più illustre famiglia di artisti valtellinesi del XVII-XVIII sec., quali il Miracolo di S. Gregorio Magno, la Vergine del Rosario, l'Adorazione del S. Sacramento, S. Gervasio e S. Protasio. Altre opere di rilievo sono il Transito di S. Giuseppe del Petrini, il Martirio dei SS. Gervasio e Protasio e il Trasporto delle Reliquie del pittore di Caspano Giacomo Parravicini, detto Gianolo. A completamento di un ideale itinerario pittorico valtellinese vi sono anche un Battesimo di Gesù ad opera del Caimi, autore pure di un ritratto del Beato Arciprete Nicolò Rusca in corrispondenza dell'urna che ne conserva alcune reliquie e affreschi di due altri artisti locali: Giovanni Gavazzeni di Talamona e il morbegnese G. Pietro Romegialli.
Completamente staccata dalla collegiata è la torre campanaria, opera di scuola ligariana; lasciata incompleta nella parte più alta, fu terminata bruscamente dall'architetto Pietro Solari nel 1763.